Affrontare il cambiamento climatico partendo dalla vigna.
Il punto di vista del Podere Vito Cardinali: inerbimento e sovescio

“Quando parliamo di cambiamento climatico”, ci spiega il nostro enologo e agronomo Enrico Simonini, “parliamo il più delle volte di ‘eccessi’: eventi, talvolta catastrofici, con cui dobbiamo trovare il modo di convivere. Nella vigna, questi eccessi sono perlopiù legati a fenomeni di abbandonante pioggia o di innalzamento delle temperature e per contrastarli, tra le varie azioni, ci è molto utile realizzare il sovescio”. Quella del sovescio è una tecnica agricola molto antica, che consiste nel seminare alcune essenze erbacee tra i nostri filari. “Al Podere Vito Cardinali”, continua Enrico, “utilizziamo leguminose e graminacee. Le prime hanno un apparato radicale capace di andare in profondità e di spaccare il terreno, arieggiandolo e al tempo stesso apportando azoto e nutrienti; le seconde hanno un apparto radicale più fitto e superficiale, che  agisce migliorando la microporosità del terreno”. La pratica del sovescio è tornata particolarmente in voga da qualche anno perché ha degli effetti particolarmente benefici: aumenta la sostanza organica del terreno, ne riduce l’erosione, effettua una microlavorazione della terra a cui trasmette anche porosità e, infine, apporta sostanze nutrienti anche alle piante. “Con il sovescio creiamo nei vigneti un tappetino d’erba alto circa cinquanta centimetri che, davanti agli eccessi di pioggia, provoca un effetto di ammortizzazione, limitando l’erosione del terreno. Noi ci troviamo a Morro d’Alba, in contrada Sant’Amico, dove il paesaggio è collinare  e il suolo prevalentemente argilloso. Qui, inerbimento e sovescio sono molto importanti per limitare gli effetti negativi di eventuali piogge violente. Inoltre, la maggiore porosità consente di far infiltrare l’acqua nel terreno, che non rimanendo in superficie, non porterà via la terra, arricchendo anzi nel frattempo le riserve sotterranee. Infine, l’inerbimento garantisce protezione dagli eccessi di irradiazione, abbassando la temperatura del terreno e preservando la sostanza organica”.