Affrontare il cambiamento climatico partendo dalla vigna. Il punto di vista del Podere Vito Cardinali: l’irrigazione

L’irrigazione di soccorso è stata per lungo tempo considerata una pratica di forzatura del vigneto, un’azione che fino a pochi anni fa non veniva certo vista di buon occhio. Oggi, invece, con il cambiamento climatico in atto, non si può non tener conto di questa possibilità, che talvolta risulta indispensabile per evitare che le viti vadano in stress idrico. Ma cosa si intende per stress idrico? E quando è necessario ricorrere all’irrigazione? Inoltre, in che modo è possibile attuare questa pratica preservando l’ambiente? I disciplinari di produzione consentono il ricorso all’irrigazione di soccorso. Il nostro enologo e agronomo Enrico Simonini, ci spiega che quando parliamo di irrigazione di soccorso, ci riferiamo a un’irrigazione volta a tutelare e preservare la salute della pianta: un’irrigazione, cioè, attraverso la quale alla pianta viene garantito il proprio metabolismo di base evitando che subisca stress idrico. “Ci sono diverse tecniche per capire se la pianta è sottoposta a stress idrico, ma per gli agronomi più esperti è facile individuare questa problematica semplicemente osservando le vigne”. Conoscere quando la pianta è in stress è estremamente importante per ottenere uve di alta qualità, che si possono avere solo quando la pianta ha la giusta quantità di acqua nei momenti giusti”. Per capire ciò è necessario comprendere che la pianta ha un fabbisogno di acqua diverso per ogni fase vegetativa. “Le fasi più critiche sono quelle centrali della crescita: lo sviluppo delle foglie, l’allegagione, l’invaiatura e l’inizio della maturazione delle uve sono tutti momenti in cui è estremamente importante tenere sotto controllo il potenziale idrico delle piante. Se la pianta va in stress durante queste fasi, infatti, non può assolvere alle proprie esigenze fisiologiche di base, penalizzando la qualità del frutto. Negli ultimi e siccitosi anni, al Podere Vito Cardinali siamo riusciti a far fronte alle carenze di pioggia grazie alla composizione dei nostri terreni: l’argilla dei nostri  suoli permette una maggiore ritenzione dell’acqua, che rimane quindi a disposizione delle piante al bisogno, non rendendo necessario irrigare. Tuttavia non vogliamo certo che i cambiamenti del clima ci colgano impreparati, ed è per questo che abbiamo effettuato dei sondaggi nei nostri terreni, verificando la presenza di una falda dalla quale ricaveremo un pozzo. Questo ci permetterà di rilanciare l’acqua su circa 10 ettari di vigneto di Verdicchio, con un sistema di irrigazione a goccia, con quantità minime e controllate, salvaguardando sempre la tutela dell’ambiente.