Affrontare il cambiamento climatico partendo dalla vigna.
Il punto di vista del Podere Vito Cardinali:
ritardare la potatura

Le nuove condizioni climatiche stanno mettendo a rischio le classiche zone di produzione del vino, o meglio,
di coltivazione della vite. Se è vero che entro il 2050 avremo un aumento delle temperature medie di due
gradi, è altresì vero che questo impatterà enormemente sul ciclo vegetativo delle viti nel nostro Paese,
tanto che alcuni produttori stanno valutando uno spostamento fisico e reale dei propri vigneti e della
propria azienda. Chi può tenta vie di fuga verso alture più elevate e fortunatamente il nostro Paese ci
consente un’abbondante varietà di territori, offrendo piccoli appezzamenti coltivabili su Alpi e Appennini;
altri valutano delocalizzazioni verso Paesi nordici, dove tra qualche anno le temperature saranno perfette
per i bisogni della vite. E per chi resta, quali soluzioni ci sono? Cosa può fare chi decide di continuare a
lavorare nel proprio territorio di origine? Innegabile è che la viticoltura dovrà necessariamente stare al
passo con il cambiamento e adattarsi, affinché arrivino in cantina uve perfette e sane, coltivate nel rispetto
dell’ambiente e del territorio e indispensabili per poter produrre vini di qualità.

Diverse sono le tecniche possibili da attuare e al Podere Vito Cardinali il nostro enologo e agronomo
Enrico Simonini ne sta sperimentando alcune.

Una delle strade che sempre più sta prendendo piede tra i vignaioli per affrontare questo cambiamento è il
ritardo nella potatura. “Nei nostri vigneti”, spiega Enrico, “più che ritardare il momento della potatura,
cerchiamo di seguire i bisogni della pianta e svolgiamo le attività di conseguenza. Al Podere Vito Cardinali,
infatti, la potatura, così come tutte le altre attività, non sono meccanicamente programmate e ogni fase
viene svolta solo quando le piante sono realmente pronte: ad esempio, nel caso della potatura, si
aspettano i primi freddi, ma soprattutto si aspetta che tutte le foglie siano cadute, perché questo
significherà che la pianta ha riassorbito tutte le risorse necessarie ed è carica di quelle riserve che le
serviranno per affrontare le prime fasi del germogliamento primaverile. I tempi della potatura avranno poi
impatto sulle fasi vegetative e fenologiche della pianta: più avanti avverrà questa attività, più tardi la pianta
germoglierà, ritardando anche la maturazione, che si svilupperà in periodi con temperature più miti e con
sbalzi termici tra il giorno e la notte maggiori, favorendo lo sviluppo di precursori aromatici nelle uve e una
maggiore conservazione dell’acidità”.