Affrontare il cambiamento climatico partendo dalla vigna.
Il punto di vista del Podere Vito Cardinali:
la gestione delle quantità

potatura

“Produciamo minor quantità in vigna, per avere migliore qualità in cantina”. Quante volte abbiamo sentito o (per gli operatori di settore) pronunciato queste parole? Il rapporto ‘minore quantità-maggiore qualità’ è ormai diventato un mantra per quasi tutte le aziende vitivinicole, ma anch’esso sarà destinato a scomparire. Il cambiamento climatico, infatti, obbliga ad un ripensamento della coltivazione anche sotto questo punto di vista. Il mercato chiede vini sempre più freschi e meno alcolici, ma l’innalzamento delle temperature incide sull’uva aumentandone il grado zuccherino e, conseguentemente, il carico alcolico dei vini che ne derivano. Una delle possibili soluzioni potrebbe dunque essere l’aumento delle rese per ettaro nei vigneti: “l’aspetto della gestione delle quantità nei vigneti è molto delicato e va contestualizzato al tipo di vino che si vuole ottenere”, afferma il nostro enologo Enrico Simonini; “i nostri vini sono, infatti, vini di territorio e non vini di cantina. Produrre una maggiore resa per ettaro significa distribuire le stesse quantità di nutrienti su più frutti, andando dunque a diluire gli zuccheri. Il rischio però è quello di diluire anche le altre componenti. Per dare un’identità a ogni vino  al Podere Vito Cardinali facciamo un lavoro di selezione delle vigne molto accurato e importante: la potatura avviene diversamente per ogni tipologia di vino che vogliamo ottenere, distinguendo vigne dedicate al Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore e vigne dedicate al Castelli di Jesi Verdicchio Riserva DOCG. Ciò permette di conservare  più gemme, ossia più germogli e più grappoli, nei vigneti dedicati a vini che desideriamo mantengano maggiore freschezza, mentre otterremo meno grappoli, con conseguente maggiore concentrazione, nei vini che vogliamo più strutturati. Il tutto nel rispetto di pratiche sostenibili e rispettose della natura”.